mercoledì 31 ottobre 2007

Immigrati il 6,2% della popolazione italiana

Sono 3.690.000 i cittadini stranieri regolari in Italia, comunitari e non, alla fine del 2006, pari al 6,2% della popolazione totale. Un flusso continuo che, grazie anche all'aumento delle quote annuali, e ai ricongiungimenti familiari, ha portato la popolazione immigrata ad aumentare di un sesto (oltre mezzo milione di unità) alla fine del 2006.
Il Nord Italia continua ad essere il principale polo di attrazione delle presenze per lavoro (59% sul totale nazionale), il Centro si trova nettamente distaccato (26,4%) e ancora di più il Meridione (14,7%).
Sono i dati diffusi oggi dal Dossier Statistico Caritas sull'immigrazione calcolati partendo dalle 3.035.000 presenze regolari stimate a fine 2005 (stima vicina al dato ipotizzato dall'Istat), aggiungendo i nuovi nati del 2006 (poco meno di 60.000) e le domande presentate per assumere lavoratori sulla base delle quote fissate nel 2006.L'Italia si colloca, con la Spagna, subito dopo la Germania tra i più grandi paesi di immigrazione dell'Unione Europea e, per quanto riguarda l'incremento annuale, i due paesi mediterranei non hanno uguali in Europa, superando in proporzione gli stessi Stati Uniti (i quali, con una popolazione cinque volte superiore a quella italiana, registrano l'ingresso di un milione di nuovi immigrati all'anno).
I visti rilasciati per ricongiungimento familiare sono stati 82.330; quelli per studio universitario o comunque studio di una certa stabilità in Italia ,19.604; i visti rilasciati per motivi religiosi 3.191 e quelli rilasciati per residenza elettiva 928.Nel passato gli aumenti rilevanti della popolazione straniera avvenivano a seguito delle regolarizzazioni; negli ultimi due anni ciò é avvenuto anche in assenza di tali provvedimenti.Gli immigrati - rileva il Dossier Caritas - hanno un tasso di occupazione notevolmente alto e incidono per il 6,1% sul Prodotto Interno Lordo italiano. Pagano quasi 1,87 miliardi di euro di tasse attraverso 2 milioni e 300 mila dichiarazioni dei redditi.
Degli stranieri che vivono regolarmente nel nostro Paese, 6 su 10 sono inseriti nel Settentrione (33,7% nel Nord Ovest e 25,9% nel Nord Est, in termini assoluti circa 1 milione e 250 mila nella prima area e quasi 1 milione nella seconda); circa 1 milione vivono nelle regioni del Centro (26,6%) e più di mezzo milione nelle regioni del Sud (13,8%).Il tasso medio d'aumento dei soggiornanti regolari (+16,1%) é stato soggetto a scarti contenuti: al di sotto, si collocano il Nord Ovest e il Centro e, al di sopra, il Nord Est e le Isole, mentre le regioni del Sud aumentano complessivamente del 21,0%.
Se anche nel biennio 2007-2008 i flussi continuassero con la stessa vivacità - evidenzia il Dossier - i cambiamenti sarebbero notevoli: la Lombardia passerebbe da 850.000 a più di un milione di presenze; il Veneto, l'Emilia Romagna e la provincia di Roma supererebbero il mezzo milione di unità; il Piemonte sfiorerebbe le 400 mila, la Toscana le 350 mila, la Campania le 200 mila e le Marche le 150 mila unità, mentre al di sotto delle 100 mila unità resterebbero solo il Trentino Alto Adige e l'Abruzzo (per giunta non lontane da quel livello), insieme alla Sardegna, alla Basilicata, al Molise e alle Valle d'Aosta.
Già attualmente la Lombardia accoglie un quarto di tutti i residenti stranieri e, insieme ad altre regioni del Nord e del Centro, totalizza i valori più alti, sia per quanto riguarda l'incidenza degli immigrati sulla popolazione residente che quella dei minori tra la popolazione straniera.
La presenza straniera é costituita per la metà da europei: in particolare, quelli dell'Est Europa, dal 2000 al 2006, sono aumentati di 14 punti percentuali, mentre l'Africa ne ha persi 5 e l'Asia e l'America 2 ciascuna: tutte le aree, comunque, sono notevolmente cresciute numericamente.Oggi, in sintesi, ogni 10 presenze immigrate 5 sono europee, 4 suddivise tra africani e asiatici e 1 americana.Gli 880 mila immigrati provenienti dall'UE a 27 (25,9%) quasi si equivalgono con gli altri immigrati provenienti dai Balcani e dagli altri paesi dell'Est Europa (25,3%) e denotano nell'insieme una forte presenza europea.
La Romania (556.000 presenze, secondo la stima del Dossier) sfiora un sesto del totale (15,1%) e distanzia di quasi cinque punti il Marocco (387.000) e l'Albania (381.000). Poco meno di 200.000 unità hanno l'Ucraina (195.000) e la Cina Popolare (186.000), entrambe con la percentuale del 5%. Le Filippine si attestano a quota 113.000, cifra dalla quale non sono lontane la Moldavia, la Tunisia, l'India e la Polonia. Vi é quindi un gruppo compreso tra le 80.000 e le 50.000 unità: Serbia, Bangladesh, Perù, Egitto, Sri Lanka, Ecuador, Macedonia, Senegal, Pakistan e Stati Uniti. E' diversa, invece, la graduatoria dei residenti stabili, che a livello nazionale vede l'Albania precedere, nell'ordine, il Marocco e la Romania.
Nel Friuli Venezia Giulia i cittadini dei paesi dell'ex Jugoslavia costituiscono quasi un quarto del totale (per la vicinanza geografica); gli ecuadoriani sono un quinto degli stranieri nella Liguria (per i rapporti di quella regione con l'America Latina); i filippini e i polacchi sono molto ben rappresentati nel Lazio, e specialmente a Roma, che abbisogna di numerosi collaboratori e collaboratrici presso le famiglie ed esercita anche una particolare attrazione come centro del cattolicesimo.

da Il Sole 24 Ore