Scenari di Comunicazione Sorrento
lunedì 20 agosto 2012
GIBILTERRA, MESSINA E BOSFORO IN 21 GIORNI
Un’esperienza sportiva che Esposito così racconta.
“Erano oramai due anni che sognavo di attraversare a nuoto lo stretto di Gibilterra ( l’anno scorso non avevo fatto in tempo a prenotarmi) e sentivo che questa estate non mi avrebbero più appagato le consuete gare di fondo in acque libere (l’anno scorso ho vinto il campionato master di fondo e di mezzofondo): volevo nuotare qualcosa di diverso e di “avventuroso”. Così è nato il progetto di nuotare i tre stretti principali del Mediterraneo; impresa da compiere nell’arco di tempo compreso tra il 15 luglio e il 5 agosto, in modo da rendere la mia sfida più ardua.
Inizio allora il 15 luglio con il Bosphorus Cross Continental ad Istanbul, dove 1300 nuotatori provenienti da tutto il mondo - divisi in tre gruppi da un’organizzazione a dir poco perfetta - si cimentano lungo il Bosforo dalla sponda asiatica a quella europea per 6.5 km. A me non resta che cercare di partire in testa e poi, approfittando della corrente alle spalle proveniente dal mar di Marmara, e di traiettorie corrette, chiudere in uno strepitoso 56’21”che mi consente di vincere la categoria over 60 e di essere premiato addirittura dall’indimenticabile Mark Spitz.
Pochi giorni a casa per recuperare le fatiche della trasferta e di nuovo in volo per Malaga e poi in auto per Tarifa (la punta più meridionale della penisola iberica dove si mescolano le acque del Mediterraneo e quelle dell’Atlantico) in pieno Stretto di Gibilterra, di fronte alle coste marocchine di Tangeri. Qui c’è da pazientare in attesa che le condizioni meteo marine siano sufficientemente
favorevoli alla traversata. La gara è finalmente fissata dall’organizzazione che sovraintende il tutto (ACNEG), per domenica 29 luglio alle ore 8.00.
Delle 4 ore che ho passato nuotando i 18 km da costa a costa posso solo raccontarvi delle brevi soste programmate per il rifornimento e di due grandi pesci luna un metro sotto di me. Chi mi accompagnava è rimasto invece sbalordito dalle centinaia di delfini e dalla maestosità dei tanti portacontainer che ci hanno incrociato.
L’attesa corrente proveniente dall’Atlantico, che avrebbe agevolato il mio nuotare purtroppo quel giorno non c’è stata e la mia traversata, diritta da Tarifa verso Tangeri, si è conclusa comunque ad Almansa Point dopo 9,8 miglia (18.1 km) e 4h 10’.
Di nuovo si disfano e si rifanno i bagagli, poi di corsa a Villa S.Giovanni dove, a frazione Cannitello, il mio amico barcaiolo Paolo mi aspetta per la 48/a Traversata dello Stretto di Messina.
Domenica 5 agosto il mare dello Stretto non è propriamente quello che tutti speravano fosse: onde formate e scirocco rendono più dura la traversata. La corrente favorevole, poi, lungo il tratto costiero fino all’arrivo, aiuta gli esperti e al tempo stesso è capace di trascinare oltre il traguardo i poco attenti. La mia traversata è comunque buona, vista la classifica di categoria e il tempo realizzato (60’)!
Non mi resta che aspettare sera per le consuete premiazioni e qualche giorno ancora per realizzare pienamente il bilancio sportivo ed emozionale della mia sfida.”
Etichette:
Bosforo,
Cariparma,
Esposito,
FIN,
Gibilterra,
Istanbul,
Malaga,
Messina,
nuoto,
Penisola Sorrentina,
Portogallo,
Sorrento. Commercio,
Spagna,
Stretto,
traversata,
turismo
NUOTO: ESPOSITO VINCE LA SFIDA ESTREMA
Il campione sorrentino di nuoto FIN, categoria Over 60, Raffaele Esposito, accompagnato da uno staff del Central Fitness Club ha superato se stesso rientrando a Sorrento con tre positivi successi, l'ultimo dei quali Domenica 5, nelle acque dello Stretto di Messina. Così dopo la bella vittoria al Bosforo, il bis a Gibilterra, e la traversata dello stretto di Messina, Esposito si è superato mantenendo ferma la sua promessa sportiva di realizzare al meglio le tre performances agonistiche, superando non poco ostacoli ed imprevisti. Raffaele Esposito, appassionato di sfide estreme, che alterna alla più "tranquilla" attività di analista all'Ospedale Santa Maria della Misericordia a Sorrento, è maturato sportivamente nella piscina dei Fratelli Maresca di Piano di Sorrento, dopo l'iniziale passione per la corsa podistica, ha concluso anche con discreti rilievi cronometrici le traversate, rientrando Lunedì da vero sportivo il rientro alla sua vita abituale.
martedì 29 maggio 2012
NUOTO ESTREMO, TRE PROVE INTERNAZIONALI PER RAFFAELE ESPOSITO
Una sfida internazionale estrema quella che si accinge a fare il sorrentino Raffaele Esposito gareggiando in tre diversi “stretti” del Mediterraneo nell’arco di un mese. Raffaele, atleta a tutto tondo, brillante sessantenne, che di professione fa il medico presso l’Ospedale di Sorrento, è Campione FIN 2011 nei 400 misti, e vincitore nei 5000 di fondo in acque libere, Campione italiano FIN di fondo e di mezzofondo in acque libere. Più volte vincitore della Traversata dello Stretto di Messina e della Coppa Byron a La Spezia.
Esposito, vanta una vasta passione sportiva, ha sempre guardato al nuoto con fascinazione, ma solo in età adulta, dopo il servizio militare in Accademia Navale a Livorno, è riuscito a cimentarsi con successo dopo anni dedicati alla corsa di mezzofondo. La sua pista di allenamento è stata sempre la provinciale che da Sorrento porta a Massalubrense, costeggiando verdi terreni coltivati a uliveti e limoneti e con il mare sullo sfondo, ma con il primo obiettivo quello di schivare auto e pullman in grande quantità.
Dal 1979 si è potuto dedicare alla sua grande passione per il nuoto, quando come veri pionieri in costiera sorrentina apriva la prima piscina regolamentare, grazie ai fratelli Maresca del Camping "I Pini". Qui ha scoperto il mondo master e le sue gare nazionali e aperta la prospettiva di gareggiare per i vertici delle categorie, senza disdegnare di salire sul podio. Se a questo abbiniamo il fatto che Raffaele Esposito è un "capricorno": (non esiste impresa che possa resistergli), con allenamenti finalizzati e l’arrivo dei primi successi in gare nazionali, ha continuato fino a vincere i primi titoli italiani F.I.N. e U.I.S.P.
Ora l’ambizioso progetto di attraversare tre “stretti” per il 2012.
Il 15 luglio il Bosforo, in una gara la “Bosphorus Cross Continental”, dove un migliaio di nuotatori provenienti da tutta Europa, con partenza da Istanbul, dal molo di Kanlica, sul lato anatolico del Bosforo, gareggeranno nell'attraversare lo stretto dalla sponda Asiatica a quella Europea per 6,5 km, in un percorso duro e non privo d’insidie, per finire al molo situato in Kurucesme Cemil sul versante europeo.
A fine luglio nuotare nello Stretto di Gibilterra, in solitaria, dalla sponda spagnola a quella marocchina. Qui, monitorando le situazioni meteo marine, Esposito deciderà il percorso più opportuno. La più breve distanza dallo Stretto di Gibilterra è da Punta Oliveros (Spagna) a Punta Cires (Marocco) con una distanza di 7,8 miglia (14,4 km), ma l'attraversamento più adatto per i nuotatori va da Tarifa Island in prossimità di Punta Cires, nuotando da 10 a 12 miglia nautiche (18,5 a 22 km), a causa della influenza di forti correnti prevalenti negli Stretti, che in alcuni punti possono superare i 3 nodi (5,5 km/h). Mentre il 5 agosto parteciperà all’attraversata dello Stretto di Messina, in una gara della federazione italiana nuoto, che ha già vinto quattro volte.
giovedì 30 aprile 2009
SORRENTO-STINGA ESPONE A VILLA FIORENTINO
Dal 30 Maggio al 28 Giugno espone a Villa Fiorentino il pittore Vincenzo Stinga di origini sorrentine, ma romano di adozione. La sua è una mostra antologica che ripercorre i cinquant’anni di carriera artistica lì da dove era partito per la sua esperienza professionale e umana, con l’obiettivo di fermare nel tempo emozioni, sensazioni e stati d’animo. Espone qui un percorso rappresentativo della sua arte, dopo aver esposto in diverse città italiane e straniere e raccolto lusinghieri apprezzamenti tra cui ricordiamo: Paolo Ricci, Massimo Bignardi, Dario Micacchi, Gino Grassi, Lorenza Mazzetti, Gianni Toti, Edoardo Cintolesi, Michele Prisco, Bernard Vadon. Oltre cento le opere di grandi e medie dimensioni esposte nell’Ottocentesca dimora sul Corso Italia a Sorrento, che con ingresso libero, si potrà visitare tutti i giorni, festivi compresi, dalle 10 alle 13 e alle 17 alle 21.
Un percorso artistico che la critica d’arte Anna Villari così illustra nel catalogo della mostra:
“Incanta la pittura di Vincenzo, proprio perché si muove tra la chiarezza delle forma, la assoluta realtà del dato e del dettaglio, la nitidezza smagliante e quasi feroce dei colori, e quel mondo fluttuante, problematico, indefinito, doloroso alle volte che è il mondo della memoria, personale e storica, del confronto con l’esterno e con se stessi… …La libera ricerca di “semplicità complesse”, come le chiama lui, si muove tra le sollecitazioni del presente, in anni di impegno personale e collettivo, di politica viva, e le eredità del passato artistico più o meno vicino: eredità credo non sempre consapevoli, ma alle volte quasi magicamente istintive, intuite… Siamo ai primi anni sessanta, le sue tele sono sfavillanti, la pittura à plat esalta le splendide nature morte: nella Natura morta del 1963, una lezione che ci appare discendere direttamente da Cezanne appare addirittura vitalizzata nella pienezza, veramente mediterranea e fisica, del colore; in Sedia nello studio, del 1964, la limpidezza dei toni e della linea è quasi donghiana, audaci e senza padri invece gli accostamenti cromatici, viola marrone giallo bianco di una nettezza accecante. Altrettanto forti, assoluti, gli esterni, come la Grande cabina a Marina Piccola, del 1960, dove sembra di percepire, e quasi ci sentiamo degli intrusi, il silenzio dell’ora, la quiete vibrante e pronta a mutare del momento, che sia l’alba l’istante del tramonto…
…Negli anni in cui si distrugge ovunque per far posto a nuove costruzioni, la speculazione appare tanto più violenta in un paese paesisticamente felice come Sorrento, e il tema dei giardini (sul quale hanno scritto sensibilmente Michele Prisco e Edoardo Cintolesi) invade come “una specie di mania” la pittura di Vincenzo; ancora una volta, osservazione, natura, e insieme memoria, che diventa magia, antico che si riaffaccia alla modernità, mito.
…Giardino anch’esso, da preservare, custodire, ci appare il tema della vita domestica (Maria Pia, i figli Luigi e Francesca), la famiglia come luogo reale e sognato, di presente e di futuro. Nei quadri dei primi anni Settanta, gli interni domestici – le camere, ma anche lo studio dell’artista - sono stanze che si aprono le une sulle altre, spesso con scorci di finestre, di esterno, svelando momenti intimi e quotidiani; appena intraviste, sono dimensioni private, luoghi di esperienza e di creazione, ma, appunto, aperte, pronte a ricevere noi, il nostro occhio, o quanto si offre al di là di un vetro…
…la sperimentazione e il ricordo di tecniche e pratiche continua anche nella pittura da cavalletto, con echi di pointillisme e di divisionismi postimpressionisti (Ricordo del matrimonio in giardino, 1998-99, in cui anche il tema, il momento, sembra ricordare certa pittura francese e italiana di secondo Ottocento, si pensi ad alcune tele di Giuseppe De Nittis, come questa invase di luce). …Ecco, la pittura come scoperta, indagine, esercizio, specchio di sé, e insieme “gioco della memoria”, confronto fertile, dialogo ininterrotto con il passato, che parla ancora e vive. E Vincenzo gioca e continua a giocare, facendosi pittore, decoratore (l’uno e l’altro, come in una bottega quattrocentesca, come per un artigiano del Settecento), disegnatore…guardando, avvicinando a sé passato e storia, o avvicinandosi lui stesso a storie, luoghi, personaggi, episodi, con il suo occhio vivacissimo e acuto, con il suo fare antico.”
Un percorso artistico che la critica d’arte Anna Villari così illustra nel catalogo della mostra:
“Incanta la pittura di Vincenzo, proprio perché si muove tra la chiarezza delle forma, la assoluta realtà del dato e del dettaglio, la nitidezza smagliante e quasi feroce dei colori, e quel mondo fluttuante, problematico, indefinito, doloroso alle volte che è il mondo della memoria, personale e storica, del confronto con l’esterno e con se stessi… …La libera ricerca di “semplicità complesse”, come le chiama lui, si muove tra le sollecitazioni del presente, in anni di impegno personale e collettivo, di politica viva, e le eredità del passato artistico più o meno vicino: eredità credo non sempre consapevoli, ma alle volte quasi magicamente istintive, intuite… Siamo ai primi anni sessanta, le sue tele sono sfavillanti, la pittura à plat esalta le splendide nature morte: nella Natura morta del 1963, una lezione che ci appare discendere direttamente da Cezanne appare addirittura vitalizzata nella pienezza, veramente mediterranea e fisica, del colore; in Sedia nello studio, del 1964, la limpidezza dei toni e della linea è quasi donghiana, audaci e senza padri invece gli accostamenti cromatici, viola marrone giallo bianco di una nettezza accecante. Altrettanto forti, assoluti, gli esterni, come la Grande cabina a Marina Piccola, del 1960, dove sembra di percepire, e quasi ci sentiamo degli intrusi, il silenzio dell’ora, la quiete vibrante e pronta a mutare del momento, che sia l’alba l’istante del tramonto…
…Negli anni in cui si distrugge ovunque per far posto a nuove costruzioni, la speculazione appare tanto più violenta in un paese paesisticamente felice come Sorrento, e il tema dei giardini (sul quale hanno scritto sensibilmente Michele Prisco e Edoardo Cintolesi) invade come “una specie di mania” la pittura di Vincenzo; ancora una volta, osservazione, natura, e insieme memoria, che diventa magia, antico che si riaffaccia alla modernità, mito.
…Giardino anch’esso, da preservare, custodire, ci appare il tema della vita domestica (Maria Pia, i figli Luigi e Francesca), la famiglia come luogo reale e sognato, di presente e di futuro. Nei quadri dei primi anni Settanta, gli interni domestici – le camere, ma anche lo studio dell’artista - sono stanze che si aprono le une sulle altre, spesso con scorci di finestre, di esterno, svelando momenti intimi e quotidiani; appena intraviste, sono dimensioni private, luoghi di esperienza e di creazione, ma, appunto, aperte, pronte a ricevere noi, il nostro occhio, o quanto si offre al di là di un vetro…
…la sperimentazione e il ricordo di tecniche e pratiche continua anche nella pittura da cavalletto, con echi di pointillisme e di divisionismi postimpressionisti (Ricordo del matrimonio in giardino, 1998-99, in cui anche il tema, il momento, sembra ricordare certa pittura francese e italiana di secondo Ottocento, si pensi ad alcune tele di Giuseppe De Nittis, come questa invase di luce). …Ecco, la pittura come scoperta, indagine, esercizio, specchio di sé, e insieme “gioco della memoria”, confronto fertile, dialogo ininterrotto con il passato, che parla ancora e vive. E Vincenzo gioca e continua a giocare, facendosi pittore, decoratore (l’uno e l’altro, come in una bottega quattrocentesca, come per un artigiano del Settecento), disegnatore…guardando, avvicinando a sé passato e storia, o avvicinandosi lui stesso a storie, luoghi, personaggi, episodi, con il suo occhio vivacissimo e acuto, con il suo fare antico.”
mercoledì 14 gennaio 2009
RAITRE: CINESE FENG, PACE NECESSARIA A GAZA, IN TV APPELLO DALLA COSTIERA
“La guerra è una cosa che non capisco, la comprensione e la solidarietà devono essere messi al primo posto nella vita, perché la vita è breve e va goduta e non umiliata. Io sono l’esempio vivente che comunicare tra popoli e culture diverse è possibile e l’arte, la cultura, la musica possono fare tanto per unire i popoli evitando inutili sofferenze alla gente”. Questo il commento del virtuoso violinista cinese Ning Feng –Premio Paganini 2006- a conclusione del suo concerto di solidarietà del Rotary “Per il Nuovo Anno”, tenuto con l’Orchestra Sinfonica della Radiotelevisione di Mosca, a Piano di Sorrento e che andrà in onda Giovedì 15, su RAITRE alle 1,40, in “La Musica di RaiTre”. “Il mio vuole essere un messaggio di augurio e di speranza per quanti soffrono oggi nel mondo. In particolare penso alla guerra a Gaza che, per me che sono nato in Cina e oggi suono con i russi -vivendo da tempo a Berlino-, è una cosa incomprensibile che sicuramente non porta alla comprensione e alla solidarietà necessaria tra due popoli da sempre sofferenti. Io credo molto che la cultura delle giovani generazioni possa e debba fare molto per la pace e comprensione universale”.Una serata-evento denominata “Per il Nuovo Anno”, con il concerto dell’Orchestra sinfonica della radiotelevisione di Mosca, diretta dal Maestro Nicola Giuliani, e l’eccezionale presenza del giovane violinista cinese Ning Feng. In programma brani di Paganini, Rimsky-Korsakov, Lehar e Strauss jr. A presentare la serata televisiva, che gode del patrocinio del Comune di Piano di Sorrento e dell’Ambasciata Russa a Roma, nell’ambito degli scambi culturali Italia e la Federazione Russa- sarà la giovane Ilaria Iaccarino. Il concerto al Teatro delle Rose è stato un rifiorire di appelli alla pace e alla solidarietà ad iniziare dal sindaco di piano di Sorrento Giovanni Ruggiero, che ha sottolineato l’importanza e l’attenzione del comune e del Rotary per tutte le “solidarietà: vicine e lontane da noi”. A seguire il toccante saluto di Irina Rioumchina Cafiero, una guida turistica russa da anni sposata con un sorrentino, che ha diviso con la rotariana Ilaria Iaccarino l’introduzione del concerto dell’Orchestra di Mosca, che ha tenuto a sottolineare: “La mia premura è che il filo che lega i nostri due popoli, il russo e l’italiano, con l’arte e la cultura, possano sempre trovare un comune linguaggio universale che va oltre i pregiudizi e i luoghi comuni”. In conclusione applausi scroscianti per tutti con “l’impegno –ha spiegato il presidente del Rotary Renato Colucci- di ritrovarsi il prossimo anno con nuovi obiettivi di solidarietà, nonostante la crisi economica.”
Iscriviti a:
Post (Atom)